SI-curo di me - L'ALBERO DELL'ACCOGLIENZA (together we can do anything)

"In biologia il termine RIFUGIO si usa per indicare una zona che presentando condizioni eccezionalmente favorevoli in confronto all'area circostante molto più vasta e condizioni sfavorevoli, ha permesso la sopravvivenza di singole specie animali o vegetali, o anche di intere flore e faune" (Treccani).

Perché quindi non dovremmo accettare che la ricerca di rifugio è una condizione naturale dettata dal nostro istinto di sopravvivenza?

 Ma chi è per la legge un rifugiato?

Nell' articolo 1 della Convenzione di Ginevra leggiamo che un rifugiato è colui che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui è cittadino, e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo paese, oppure che non avendo cittadinanza e trovandosi fuori dal suo paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore e di cui sopra.  

A suo modo ognuno di noi cerca rifugio, o ha cercato rifugio in un momento della sua vita.

Così, nel confrontarci con le olimpiadi e le Paralimpiadi, abbiamo trovato l'istituzione della squadra dei rifugiati che ha partecipato sotto forma di questa nuova tipologia.

Questo progetto vuole generare curiosità e sete di sapere, crescita e condivisione delle persone coinvolte, adulti e bambini, così da far reti e accendere quelle qualità utili a costruire un benessere e una felicità quotidiana e al tempo stesso supportare i bambini per rimettere al centro dell'educazione emozioni, talenti, ascolto e valori quali l'inclusività, la gentilezza, la cooperazione, la condivisione, la lucidità che rispondono ai bisogni fondamentali dei più piccoli in modo che diventino adolescenti e adulti consapevoli. Gli unici destinatari di questo messaggio non sono solo i bambini. In realtà è un monito per tutti, l'auspicio che la diffusione della conoscenza possa agire come deterrente nel contrastare l'indifferenza, i pregiudizi e gli stereotipi.

Gli obiettivi di apprendimento che abbiamo cercato di perseguire sono:

1) Offrire ai bambini e alle loro famiglie l'opportunità di imparare a stare insieme all'interno di una comunità.

2) Imparare a lavorare insieme per creare qualcosa di condiviso, cercando di capire che il contributo di tutti è importante e fondamentale.

3) Comprendere e immedesimarsi nella condizione dell'altro: l'empatia.

4) Invitare il bambino, la famiglia a condividere e partecipare alle varie attività per capire quanto si può essere diversi e interessanti.

5) Coltivare le diversità (a simbolo di questo obiettivo abbiamo appeso sull'albero due scatolette piene di semi).

Ispirati dalla barca nel pensiero egiziano abbiamo cercato di creare un albero speciale, ricco di barche diverse, tutte colorate, e salvagenti.

La barca nel pensiero egiziano è il veicolo degli Déi o degli esseri in corso di divinizzazione.

La barca è l'immagine della potenza acquisita che permette di agire. È la dinamica della vita, del desiderio della volontà di essere, di trasformarsi e controllare il proprio destino.

Così il marinaio nella sua barca è deciso a raggiungere la propria metà nella consapevolezza che tocca a lui remare perché a nessun altro è concesso prendere il suo posto, Ma se non ha coscienza di dov'è e come condurre la propria barca non approderà a nessun porto, Cioè se non sei consapevole di dove e come dirigere la tua coscienza e di prenderne consapevolezza nulla può accadere, Anzi, rischi di perderti nell’infinità del mare o di approdare ad un porto sbagliato lungo il fiume.

La barca è anche un mezzo per i rifugiati per salvarsi, per approdare ad una speranza, ad un posto migliore.

L'albero dell'accoglienza sarà integrato con delle gocce in occasione del 27 gennaio "Giornata della Memoria": una goccia, per indicare tutto ciò che ciascuno di noi può fare nel suo piccolo per aiutare l'altro. Una riflessione personale che aiuta ciascuno di noi a capire quanto sia importante l'aiuto reciproco: ogni goccia, messa vicino ad un'altra goccia, può dare origine ad un mare!

Inoltre per la giornata internazionale dei giusti (6 marzo), sarà appesa la testimonianza di un bisnonno di una nostra alunna. Fortunatamente, all' interno della fabbrica di Guben, venne aiutato da due angeli. Una giovane impiegata tedesca di 17/18 anni che mossa a compassione, per tre mesi, gli passò un sorriso e da mangiare, e il relativo caposquadra del personale che fece sempre finta di non vedere nulla. Per noi sono da considerarsi facenti parte dei GIUSTI DELL'UMANITÀ, perché contribuirono a salvare il sig. Colesbi.

Venite nella nostra scuola, fermatevi ad ammirare il nostro albero, perché è davvero un albero speciale!